Il diabete è una malattia metabolica, caratterizzata da un aumento degli zuccheri nel sangue. Questa condizione è principalmente causata da un difetto di funzionalità o di produzione, da parte del pancreas, dell’insulina, ormone indispensabile per la vita, che consente l’ingresso e l’utilizzo del glucosio all’interno delle cellule del corpo umano.
L’accumulo di glucosio non utilizzato nel sangue (iperglicemia) provoca la comparsa di gravi ed invalidanti complicanze in tutti gli organi del corpo.
È una malattia molto diffusa in Italia, come mostrano i dati della Società Italiana di Diabetologia, che evidenziano un’esponenziale crescita del numero dei malati negli ultimi 20 anni: oggi gli italiani che soffrono di diabete sono circa 4 milioni!!
Quali sono i sintomi?
Il diabete è una malattia subdola in quanto alcuni dei sintomi compaiono solo quando la patologia è già presente da anni nell’organismo. Tra i sintomi più comuni troviamo: l’aumento della sete, il bisogno di urinare spesso ed abbondantemente, il senso di fame e la perdita di peso.
Bisogna far attenzione anche ad altri piccoli dettagli, quali una continua debolezza fisica e psichica, stitichezza, irritabilità e diminuzione dell’attività sessuale.
Quali tipologie di diabete esistono?
Il diabete può essere distinto in 4 tipologie:
- Diabete di tipo 1, autoimmune – che porta ad una distruzione delle cellule che producono insulina (cellule beta del pancreas) ed è presente in circa il 10% della popolazione diabetica;
- Diabete di tipo 2 – più frequente nell’età adulta, spesso associato a sovrappeso o obesità, in cui la produzione di insulina, almeno inizialmente esiste, ma è inefficace. Ha come fattori di rischio la familiarità, l’inattività, il sovrappeso e l’appartenenza ad alcune etnie. La diagnosi è spesso casuale e avviene in occasione di esami di controllo.
- Diabete gestazionale – che compare per la prima volta in gravidanza ed è presente circa nel 4% delle gravidanze
- Diabete secondario– associato dunque ad altre patologie o all’uso cronico di alcuni farmaci.
Come si accerta?
Il diabete viene generalmente diagnosticato attraverso dei semplici esami del sangue ossia la determinazione della glicemia e la ricerca della presenza di glucosio nelle urine. Si può anche eseguire per maggiore attendibilità, la determinazione della insulinemia che è l’ormone che consente il controllo del glucosio.
Come si cura?
La terapia della malattia diabetica si pone come obiettivo l’attuazione di uno stile di vita adeguato, attraverso una dieta equilibrata, un’ attività fisica costante e l’astensione dal fumo.
La dieta va considerata come “terapia medica nutrizionale”, e deve prediligere carboidrati, provenienti da frutta, cereali, legumi e latte scremato in quantità equilibrata. Va evitato l’uso di saccarosio, sostituibile con dolcificanti ed è raccomandato il consumo di cibi contenenti fibre.
Nel diabete di tipo 1 in particolare, il paziente spesso magro necessita di imparare a gestire la terapia insulinica in rapporto alla propria alimentazione ed alla sua attività fisica.
Nel diabete di tipo 2 invece la dieta ha anche l’obiettivo di dare una riduzione del peso corporeo.
E’ fortemente consigliato svolgere un’attività fisica di tipo aerobico (bastano passeggiate a passo veloce) e di grado moderato, ma costante (per almeno tre volte a settimana).
Si consiglia di non fumare, limitare l’uso del sale da cucina, controllare la pressione arteriosa e i livelli di grassi nel sangue.
Ovviamente questi consigli vanno affiancati dalla giusta terapia farmacologica.
Il diabete di tipo 1 necessita di insulina, che deve essere assunta 3-4 volte al dì per tutta la vita, sottocute o per infusione continua (microinfusione). Il diabete di tipo 2 non necessita di insulina, ma di farmaci in grado stimolare la produzione di insulina o di migliorarne l’utilizzo. Il diabete gestazionale, oltre a una corretta alimentazione da seguire insieme ad attenti controlli della glicemia, può essere necessario affiancare terapia insulinica. Se non ben trattato durante la gravidanza, può continuare ad essere presente anche dopo l’espletamento del parto.
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