Le intolleranze alimentari rappresentano un argomento sconosciuto a molti e, peggio ancora, estremamente sottovalutato.
Eppure a soffrirne, il più delle volte inconsapevolmente, sono in molti: bambini e adulti, uomini e donne. Si stima che il 2-3% della popolazione italiana ne sia affetta.
Per tutte queste persone sedersi a tavola potrebbe non essere un vero e proprio un piacere, visto che alcuni alimenti, spesso molto comuni, sono causa di reazioni negative da parte dell’organismo.
Le intolleranze si differenziano dalle Allergie Alimentari in quanto si manifestano con sintomi meno acuti ma che si protraggono maggiormente nel tempo.
Non provocano quasi mai delle reazioni violente ed immediate nell’organismo, ma i sintomi si possono manifestare anche a distanza di qualche giorno.
Risulta quindi difficile trovare una correlazione diretta tra la sintomatologia e l’alimento che le scatena.
I sintomi correlati alle intolleranze sono molto vari, si possono manifestare con un’eccessiva stanchezza, cefalee ricorrenti, gonfiori addominali, dolori articolari e/o con modificazioni cutanee (pelle secca, eczemi, orticaria).
Spesso a tali sintomi si aggiungono anche disordini del peso corporeo che possono verificarsi sia in eccesso che in difetto.
Tutti questi sintomi possono scatenarsi in seguito all’ accumulo nel tempo delle sostanze responsabili dell’ipersensibilità, fino ad un livello che ad un certo punto supera la “dose soglia”.
Ecco il motivo per il quale si può diventare intolleranti anche ad alimenti quotidianamente presenti sulle nostra tavole.
Il primo approccio per orientarsi nel complicato mondo delle intolleranze alimentari, è sicuramente quello di eseguire un test per verificare le effettive ipersensibilità agli alimenti.
Fate molta attenzione però al test che scegliete di fare.
In commercio ne esistono di vari tipi ma non tutti godono della stessa attendibilità scientifica. Generalmente, sulla base dei risultati emersi dai test, viene inoltre consigliato uno speciale regime dietetico che si basa sull’eliminazione, del cibo o del gruppo di alimenti definiti sospetti.
La scomparsa, o la riduzione dei sintomi, sarà utile per orientare la diagnosi.
Affidatevi pertanto ad un centro e ad un personale medico preparato, in grado di consigliarvi e di seguirvi nel percorso più adatto per il vostro organismo.